martedì 16 settembre 2008

Dissecting a spot - #2

E' arrivato il freddo. Dopo uno schifosissimo fine settimana di pioggia il meteo ha previsto un abbassamento delle temperature e in effetti e' stato proprio cosi'. Tuttavia non si puo' prescindere dall'allenarsi solo perche' c'e' un po' di freddo, cosi' l'ingegno ha fatto girare le rotelle partorendo la soluzione. Lo spot che iniziai a descrivere tempo fa ha un parcheggio coperto piuttosto ampio, chiuso su due lati, aperto sul piazzale sul terzo e rivolto verso il centro commerciale (quindi un'area parzialmente coperta) sul lato restante.


Questo fa si' che l'area si presti agli allenamenti quando c'e' molto vento o piove o addirittura entrambe le cose, visto che eventualmente lo si puo' raggiungere comodamente in auto. A disposizione del traceur c'e' una superficie di cemento al quarzo riparata dal maestrale e dal gracale, i venti piu' freddi e fastidiosi, dove si puo' correre in tutta tranquillita' come ho potuto fare ieri sera per oltre mezz'ora. Eventualmente ci sono a disposizione le travi di controvento al di sotto dell'area coperta, qualche corrimano, si possono fare un po' di esercizi di equilibrio utilizzando le linee che delimitano i posti auto e se proprio non diluvia anche le zone a contorno del piazzale, delimitate dalle ringhiere d'acciaio, si prestano a delle run improvvisate.
E' ovvio, correre in cerchio e' palloso e ci vuole un po' di dedizione per durare un tempo ragionevole, ma le colonne si prestano a tutta una serie di varianti a slalom che servono anche a provare le inversioni brusche di direzione.
Se proprio vi sentite *gangsta* vi potete portare il GhettoBlaster e sparare un po' di musica, per quel che mi riguarda io ci arrivo correndo e me ne vado correndo, per cui non porto nulla di piu' dell'abbigliamento.
Non lasciate che il freddo e l'inverno vi fermino, la' sotto e' una pacchia; dopo un quarto d'ora ho dovuto togliermi la maglietta...

giovedì 11 settembre 2008

mp3: dategli una martellata

Va bene, va bene, ci sono cascati un pò tutti. Uno guarda Yamakasi, guarda Ghost Dog e tutti questi film che fanno tanto ghetto, tanto banlieue, e quando poi scende in strada prende lo stramaledetto lettore mp3 (i piu' bestiali l'iPod) e si spara RZA e i Supreme NTM nelle orecchie; corre cinque minuti, dieci al massimo, ed è subito spompato. Perché? Perché è un idiota. Due pezzi di fila nelle orecchie, uno a 90 bpm e uno a 110 pbm ti falsano il ritmo della corsa, ti costringono a un passo che non è il tuo, figurati se lo cambi ogni tre minuti.
Non ascolto più musica dalla terza volta che mi sono allenato, per questo motivo e anche perché non voglio cazzate addosso quando salto oltre una ringhiera; voglio preoccuparmi di non rompermi le caviglie, non di non rompere il lettore mp3... E poi ascoltare i rumori della città, pensare, sincronizzarsi con quello che ci scorre intorno, è un'altra cosa. Occorre allenarsi con consapevolezza. Qualcuno nell'ambiente del running sostiene che non ci si dovrebbe allenare da soli perché se si è almeno in due c'è un certo spirito di competizione che aiuta a tenere ritmi sostenuti e l'uno cerca inconsciamente di tenere il passo dell'altro. Per il parkour vale l'esatto contrario. Chi si allena da solo non deve dimostrare niente a chi è con lui, non si spara le pose e non è tentato di esibirsi in acrobazie inutili; il parkour non è competizione, ma efficienza nello spostamento. Da soli si studia uno spot, si individuano le linee e si ha tutto il tempo di pensare a come affrontarle, come renderle facili finché non ti scivolano addosso, sotto alle scarpe, come se si corresse in piano. Mi piace allenarmi da solo, e mi compiaccio di avere la volontà di fare un riscaldamento lungo anche se nessuno me lo impone. La disciplina mi sta sul culo, l'autodisciplina mi fa sentire bene. Non significa che non mi piaccia la compagnia, ma se dopo un po' si iniziano a provare i trick mi rompo le palle. Il concetto di "trick" e' in sé l'indice di qualcosa che non quadra.

Non faccio trick, io.

Mi sposto, tutto qui.

domenica 7 settembre 2008

equilibre


La questione su cosa sia o cosa non sia parkour è continuamente aperta. Stare sulla verticale non lo considero parkour in sé, ma rimane un buon esercizio per l'equilibrio, per rinforzare le braccia e le spalle e perché no, anche per fare un po' di movimento in pausa pranzo, almeno finché non torna il freddo o il cattivo tempo e non mi restera' che inventarmi qualche esercizio efficace al chiuso...!

giovedì 4 settembre 2008

non basta saltare.

Il punto e' tutto qui: non è sufficiente arrivare e mettersi a saltare ringhiere e muri, provare saut de chat e fare qualche numero da circo. Ho bisogno di correre. Ne ho bisogno, oltre che per scaldare i muscoli ed evitare stupidi sforzi a freddo, per una questione psicologica. Correre dà una certa assuefazione e per una pura questione di principio non c'e' parkour senza corsa. Che senso può avere mai l'art du deplacement se non si e' in grado di spostarsi? Sebastien Foucan, nonostante le divergenze con David Belle, è piuttosto chiaro in questo: correre è basilare. Ecco perché quando ho iniziato ad allenarmi cinque mesi fa correvo soltanto e come succede a tutti quelli che non muovono il culo da una sedia per anni zavorrati da birre e mojiti mi chiedevo se ce l'avrei mai fatta a correre continuativamente per un tempo appena decente.
Ora mi rendo conto che la mezz'ora che corro prima del parkour e' un riscaldamento necessario e piacevole; dopo altri quarantacinque minuti di esercizi - stavolta davvero di parkour - tornare a casa correndo è la giusta conclusione della sessione.
Non c'e' parkour senza corsa, no ci si puo' spostare senza muovere le gambe, non serve a nulla un salto mortale all'indietro da fermi se in un'ipotetica run ci si spompa dopo dieci metri.
Parkour - parcours - percorso.
Non ha senso se non ci si sposta.

lunedì 1 settembre 2008

allenarsi a settembre

Lunedi primo settembre, nuovo allenamento in sessione notturna. Per ora risulta sempre troppo fastidioso uscire appena tornato dal lavoro, perlomeno per andare ad allenarsi al solito spot, visto che è l'ora di punta di uscita dal supermercato; di contro andare a fare esercizi al Vallone - altro spot interessante per la preparazione di cui parlerò presto - ormai e' poco pratico data la scarsa luce e l'abbondare di fastidiosissime zanzare.
Questa sera quindi solito giro di riscaldamento sul tardi, poi esercizi alle ringhiere, e magari un po' di percorso.

Dal punto A al punto B, il tragitto più breve, lo spostamento più efficiente.