lunedì 18 maggio 2009

équilibre de chat, performance de gabian

 
("gabian" e' provenzale, il termine francese corretto e' "goéland")
E si ricomincia a pieno regime. Il caldo e la luce aiutano non poco, la voglia è consistente e come al solito quando si torna ad almeno un paio di allenamenti a settimana mi sento immediatamente molto meglio. Fino ad ora però la voglia di correre e basta prende il sopravvento; sara' perché correre lungo la via dei Cavalleggeri tra Calamoresca e Spiaggialunga, in mezzo ai cisti e agli elicrisi fioriti, col sole che tramonta piano sul mare e' tutta un'altra cosa che allenarsi d'inverno su strada. E' poco "urban", è vero, ma ti rimette al mondo. E torno a ribadire che ascoltare la musica mentre si corre e' un delitto, perché ti spezza il fiato e perché ti impedisce di sentire le onde che frangono e i maledetti gabbiani assassini che da noi - non c'é nessun dubbio - dominano incontrastati. A volte te li trovi a un metro dalla testa mentre inseguono bastardissimi una povera tortora, senti il fruscio delle penne della tortora e il sibilo delle ali d'acciaio dei bastardi, si rischia quasi di trovarseli sulla schiena. Per questo li apprezzo e mi va di sentirli, perché se ne fottono della stupida etichetta di leggiadri signori dell'aria, dell'immagine di sognatori costruita su Jonathan Livingstone. Non sono sognatori, sono i ratti dell'aria e cacano fiotti di liquido nauseabondo.
Loro, fanno parkour in aria. Efficienza, velocita', ecco tutto.
E da oggi si torna sui corrimano, nel tentativo di guadagnare con l'allenamento anche un ventesimo di quell'efficienza.
Sarebbe già un grosso traguardo.

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